Costantino Bertucci | Roma, 12 marzo 1841 - Roma, 30 aprile 1931 |
The Guitar and Mandolin Biographies of Celebrated Players and Composers by PHILIP J. BONE Second Edition 1954 | |
Bertucci, Constantino, born March 12, 1841, at Rome, died there in 1931, was a celebrated mandolin virtuoso and composer. His father, a gardener who came of a poor but honourable family, was a skilled player on the mandolin and modern lute, and commenced to teach his son when five years of age. Three years later father and son were performing mandolin duos in public. At the age of twelve, Constanrino made his debut as mandolin soloist at the Cafe Nuovo, Rome, at that time the resort of the most fashionable society Bertucci was an amateur, engaged in other regular employment bur practised assiduously and became known locally as a talented mandolinist under the nickname "Al ragazzino di Borgo". During this period he was receiving more advanced instruction, both theoretical and practical from Finestauri, a Roman, known as "Checco de nonna", who had learned his art from Cesare Galanti, one of the early players and a director of the Papal Chapel. Bertucci very early began to teach and in his public appearances was frequently accompanied on the calascione (a type of lute) by Paolo Curti. Bertucci related the following incident which he said was the turning point in his career, "On a certain fete, when playing at a garden party, there was present listening to us, a member of the band of the Papal Dragoons, a clarionetist and concert artist in the theatre. He requested me to play certain excerpts from operas, which I did, and in our conversation, I was compelled to acknowledge that I could not read music, for, like most young Italians of that period, I depended upon a good ear and memory. This musician, whose name was Baccani, proved a good friend to me ; he became my teacher, and to him I owe much, for by his teaching a new era dawned, and I made great progress". Bertucci also studied the guitar, and from 1860 he appeared at numerous concerts both in his native and other lands. He was commanded to play before the Royal Court, was presented by his pupil La Marquise Gavaggi and the recipient of several royal favours. In Rome, he gave instruction in mandolin playing to Gervais Salvayre, a young French musician, who, as the holder of the Prix de Rome, was studying in Italy. His pupil made remarkable progress and a life-long friendship ensued and when he returned to Paris, Salvayre composed for the mandolin and also employed it in his orchestrations. Bertucci organised a mandolin orchestra, which, in 1878 was engaged to perform in the Trocadero, Paris. This was very successful and the commencement of the popularity of the mandolin in France. Bertucci and his mandolin orchestra were one of the first, if not the first, to render instrumental music for transference by telephone, being relayed from the Trocadero to Versailles. Shortly after his return, Queen Margherita, who, when Princess Margherita, studied the mandolin with Belisario Matera, in 1873, commanded Bertucci's orchestra to play before the Court in the Royal Palace of Monza. Bertucci also conducted his mandolin orchestra in the Royal Gardens, on the occasion of the wedding of Prince Tommaso, in 1885. From 1881-1893 the mandolin enjoyed universal favour, one of the most celebrated mandolin orchestras was the "Royal Margherita", under the patronage of the Queen. This famous orchestra gave more than one hundred concerts during 1887-8 and performed before the Royal family first in the Palace Pitti and also at the Royal reception in honour of the Queen of Serbia. Bertucci effected several improvements in the construction of the Roman mandolin, which was the model he favoured. His compositions for the instrument evince a purity in style and a classic tendency which cannot be too highly eulogised. Bertucci was the originator of unaccompanied solos for the mandolin-inspired no doubt by the unaccompanied violin solos of Bach. The most popular are Op. 19, Fantasia on La Traviata and Op. 20, Fantasia on Il Trovatore. This style of composition, published in Italy about 1886 was an innovation adopted by mandolin composers elsewhere. He compiled a Method for the mandolin in three books; Eighteen Studies for the mandolin, dedicated to H.R.H. Princess Margherita; Fantasias in harmony for mandolin solo; mandolin solos with piano and compositions for mandolin band. |
Bertucci Costantino, nato il 12 marzo 1841, a Roma, ed ivi morto nel 1931, fu un illustre virtuoso di mandolino e compositore. Suo padre, un giardiniere nato da una povera ma stimata famiglia, era un esperto suonatore di mandolino e liuto moderno, e cominciò ad insegnarlo al figlio già dall'età di cinque anni. Tre anni dopo padre e figlio si esibirono in pubblico in duo. All'età di dodici anni, Costantino, fece il suo debutto come solista al Caffè Nuovo, a Roma, a quel tempo ritrovo della società più alla moda. Bertucci fu un amatore, impegnato in altro impiego, studiò assiduamente e divenne conosciuto, localmente, come mandolinista di talento con lo pseudonimo de "il ragazzino di Borgo". Durante questo periodo ricevette una più avanzata istruzione musicale, sia teorica che pratica da Finestauri, un romano, conosciuto come "Checco de nonna", che aveva studiato sotto la guida di Cesare Galanti, uno dei primi suonatori e direttore della Cappella Papale. Bertucci molto presto cominciò ad insegnare e nelle sue pubbliche esecuzioni era frequentemente accompagnato al colascione (un tipo di liuto) da Paolo Curti. Bertucci riportava così l'episodio con il quale, a suo dire, la sua carriera subì una svolta: "Ad una festa, suonando ad un ricevimento all'aperto, vi era, fra l'uditorio, un membro della banda dei Dragoni Papali, un suonatore di chiarina e artista di concerto in teatro. Egli mi chiese di suonare alcuni passi scelti da opere, che eseguii, e nella nostra conversazione, fui costretto ad ammettere che non ero in grado di leggere la musica, poiché, come molti giovani Italiani del periodo, dipendevo esclusivamente da un buon orecchio e da una buona memoria. Questo musicista, di nome Baccani, dimostrò grande amicizia nei miei confronti; divenne mio insegnante, ed a lui devo molto, grazie ai suoi insegnamenti mi si schiusero nuovi orizzonti, facendo grandi progressi". Bertucci studiò anche la chitarra, e dal 1860 si esibì in numerosi concerti sia a Roma che altrove. Gli fu commissionato di suonare innanzi alla Corte Reale, dove fu presentato dalla sua allieva, la Marchesa Gavaggi, e da altri nobili. A Roma insegnò mandolino a Gervais Salvayre, un giovane musicista francese, che, come vincitore del Prix de Rome, studiava in Italia. Il suo allievo fece notevoli progressi e ne derivò poi una lunga amicizia, e quando tornò a Parigi, questi oltre a comporre brani per mandolino, lo utilizzò anche nelle sue orchestrazioni. Bertucci creò una orchestra di mandolini, che, nel 1878, fu ingaggiata per un'esibizione al Trocadero a Parigi. Fu un vero successo e l'inizio della popolarità del mandolino in Francia. Bertucci e la sua orchestra di mandolini fu una delle prime, se non la prima, a dare il via alle trasmissioni via telefono della musica strumentale, essendoci un collegamento tra il Trocadero e Versailles. Subito dopo il suo ritorno, la Regina Margherita, che da Principessa, nel 1873, aveva studiato mandolino con Belisario Matera, chiese all'orchestra di Bertucci di suonare innanzi alla Corte nel Palazzo Reale di Monza. Bertucci diresse inoltre la sua orchestra di mandolini nei Giardini Reali, in occasione del matrimonio del Principe Tommaso nel 1885. Dal 1881 al 1893 il mandolino incontrò il favore universale, una delle più famose orchestre di mandolini era la "Regina Margherita", sotto il patrocinio della Regina stessa. Questa famosa orchestra diede oltre cento concerti tra il 1887-9 e si esibì innanzi alla Famiglia Reale, prima a Palazzo Pitti ed anche al ricevimento Reale in onore della Regina di Serbia. Bertucci effettuò diversi perfezionamenti nella costruzione del Mandolino Romano, che era il suo modello preferito. Le sue composizioni per lo strumento mostrano una purezza di stile e una tendenza classica che non possono essere che altamente lodate. Bertucci fu l'inventore dei soli non-accompagnati per mandolino - ispirate senza dubbio dalle sonate per violino solo di Bach. Le più note sono Op. 19, Fantasia su La Traviata e Op. 20, Fantasia su Il Trovatore. Questo stile di composizioni, pubblicate in Italia intorno al 1886, furono un'innovazione adottata dai compositori per mandolino ovunque. Scrisse anche un Metodo per Mandolino in tre volumi; Diciotto Studi per il mandolino, dedicati a S.A.R. Principessa Margherita; Fantasie in armonia per mandolino solo; soli di mandolino con pianoforte e composizioni per mandolino e orchestra a plettro. |
Istituto della ENCICLOPEDIA ITALIANA Fondata da Giovanni Treccani ROMA - 1967 R. MELONCELLI |
BERTUCCI, Costantino. - Nato a Roma nel 1841, si hanno scarsissime notizie
sulla sua giovinezza: si presume che abbia iniziato abbastanza presto lo studio
della musica poiché le sue prime composizioni risalgono al 1870 circa.
Dedicatosi essenzialmente allo studio del mandolino, in breve tempo ne divenne virtuoso.
Con sensibilità di artista e applicazione tenace, sorretta da un sorprendente
intuito musicale, egli si diede alla ricerca di quegli effetti che permettessero
allo strumento prediletto di svincolarsi da un repertorio relegato quasi esclusivamente
ad un genere minore e popolare che, anche se aveva precedenti illustri in concerti di
Vivaldi, J. H. Hasse, ed era stato utilizzato da Mozart, da Paisiello e da Beethoven,
era privo di quella dignità artistica riservata agli altri strumenti a corda.
L'intento del Bertucci fu quello di innalzare le possibilità tecniche del mandolino a quelle del
violino. A tal fine pubblicò nel 1885 a Milano un Metodo per mandolino, diviso
in tre parti: in esso, oltre alla sezione rigidamente didattica, erano descritte le
modifiche apportate allo strumento; modifiche sostanziali, ottenute dopo anni di
studio assiduo e accurato, che determinarono una radicale trasformazione nella tecnica
e negli effetti sonori ed espressivi, mai prima raggiunti.
Il Bertucci sostituì le corde basse - formate di solito da una corda di acciaio unita a una
di budello mediante un filo di rame attorcigliato, che, utili all'esecuzione solo se
suonate vuote, erano impraticabili per le altre note - con corde di acciaio e rame, dal
suono dolce e omogeneo.
Modificò il manico, conferendogli una linea più elegante che ne facilitava
l'uso: lo restrinse infatti al principio e lo allargò gradatamente fino all'estremità.
Ideò poi una tastiera sovrapposta al manico, che, aumentandone la forza, ne impediva la
curvatura. Allungata questa tastiera fino alla « bocca » - giungendo fino al la,
al do e poi al mi sopracuto, apportò in seguito ulteriori miglioramenti
riuscendo a portarla fino al la sopracuto.
Questi accorgimenti meccanici resero possibile sul mandolino
l'esecuzione di difficili concerti scritti esclusivamente per il violino.
Per facilitare la diteggiatura pose le corde a maggiore e più naturale distanza dal
piano armonico, ottenendo tra l'altro un suono più robusto, ma al tempo stesso dolce
e gradevole.
Pertanto allargò il ponticello che, più alto verso le note basse e scemando verso le
più sottili, creava un posizione obliqua più agevole per l'esecutore; inoltre, le corde,
essendo, poste al maggiore distanza l'una dall'altra, rendevano più sicuri certi effetti
e in particolare più facile l'esecuzione del « tremolo ». Ridusse la « pezza » del piano
armonico di un terzo, ottenendo maggiore sonorità, e, poiché la tastiera era stata
allungata fino alla « bocca », modificò anche la cassa all'attaccatura del manico e
fece applicare una placca di metallo per riparare il braccio dalle
graffiature delle corde. Infine ideò un nuovo modello di penna di tartaruga,
di più facile uso, la quale attenuava sensibilmente il rumore provocato dalla
percussione delle corde.
Insegnante valentissimo, il Bertucci formò allievi eccellenti sia in Italia sia all'estero:
con un'orchestra di allieve diede spesso concerti anche al Quirinale alla presenza dei
reali d'Italia e con un doppio quartetto mandolinistico istituito nel 1878 si recò a
Parigi per l'Esposizione mondiale, riportando grande successo. Nel 1901 fu a Berlino
e in altre capitali europee. Compositore di buon gusto, le sue opere furono pubblicate
in prevalenza dall'editore Ricordi a Milano; poche sono datate, ma si presume che siano
state edite fra il 1870 e il 1900.
Si ricordano: 18 Studi per mandolino, dedicati alla principessa Margherita di Savoia,
alcuni Album di fantasie per mandolino solo, Barcarole, Berceuse, un Gran duo
sull'opera Ruy Blas di F. Marchetti concertato per 2 mandolini e pianoforte o 2 violini e
pianoforte (Milano s.d., ma 1870), Elegia, Fantasia caratteristica, Fiori iniziali,
Romanze e Serenate, Les premiers jours des petits enfants, Berceuse per mandolino e
pianoforte e Serenata (Milano s.d., ma 1870 circa). Trascrisse per il suo strumento
alcuni brani dall'Otello di Verdi, tra cui il coro Dove guardi splendono,
Ave Maria e la Cantata del salice (Milano s.d., ma dopo il 1887) e la
Serenata del Mefistofele di Boito (Milano s.d., ma dopo il 1881). |
Anno I - Numero 1. ROMA - OTTOBRE 1923 | |
Il Prof. Costantino Bertucci, grande mandolinista italiano
al suo 82° anno di vegeta età VITA D'ARTISTA
Romano di Roma ebbe i suoi natali l'anno 1841; dotato di un genio straordinario
per l'arte musicale, fin da giovinetto si manifestò un mandolinista di grande avvenire,
nel popolare quartiere di Borgo ove nacque e trascorse la sua prima giovinezza tutti
sentendolo suonare rimanevano entusiasti del valore di questo promettente ragazzo che
in quell'epoca veniva distinto generalmente col nomignolo del "ragazzino di Borgo" come
ancora molti lo ricordano.
Appena decenne, incominciò a far parlare di se quando, appunto in quei tempi, nei giorni
festivi avevano luogo delle riunioni famigliari in un vasto giardino di quel rione ove
egli vi soleva prender parte col suo istrumento entusiasmando l'uditorio. |
webmaster@cmcbertucci.it - Sergio Napolitano |
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